"Voglio fare dischi nel miglior modo possibile": intervista a HEY SATURDAY SUN
Abbiamo contattato Giulio Ronconi che è a capo del progetto Hey Saturday Sun che ci ha raccontato la sua musica, le sue canzoni, il suo disco recentemente pubblicato, i suoi progetti futuri e molto altro. Buona lettura!!!
1. Chi c'è dietro il progetto HEYSATURDAYSUN?
Io scrivo i pezzi e li suono, ma in alcuni pezzi ci sono poi degli amici che mi aiutano. In questo primo disco ci sono anche Marta Paccara, Alessandro Beltrame, Saverio Paiella e Lorenzo Bernardini (aka Thumbsucker).
2. Il tuo disco Hey Saturday Sun 1 è uscito lo scorso 20 febbraio 2013. Innanzitutto: Perché hai deciso di pubblicare questo disco? Quali sono state le tue influenze nella preparazione del disco?
Quando avevo ventanni per me suonare significava soprattutto divertirmi, non pensavo a migliorare musicalmente e ho perso molto tempo. Fare questo disco a trentun' anni a livello personale è stato un modo per recuperare il tempo perduto.
Per quanto riguarda le influenze posso dire che nel periodo in cui facevo i pezzi del disco (quindi un anno fa) avevo ripreso ad ascoltare gli Slowdive e lo shoegaze in generale, poi ascoltavo molti pezzi commerciali degli anni '80.
3. Il disco invade molti territori musicali: dall'ambient al post-rock, dalla new wave all'elettronica. Si tratta di dieci brani con atmosfere differenti e distinte. Come sei riuscito a far convivere queste diverse anime sonore?
Credo che i generi, nella musica come in altre arti, siano un mezzo più che uno schema dentro cui muoversi. Non credo siano limitazioni, ma elementi compositivi. Se li usi con la dovuta arroganza non tolgono personalità a quello che fai.
4. Colpiscono molto brani come Lullaby (sia la prima che la seconda parte), Swine flu shot, le due parti di Museum of revolution, The other city. Colpisce la cura dei suoni e la sperimentazioni. Dal punto di vista compositivo, come organizzi il tuo lavoro sui suoni?
Solitamente li faccio con molta pazienza di mattina quando ho diverse ore libere, perchè mi vengono meglio se sono concentrato. Qualche volta mi si blocca il cervello, allora faccio passare diversi giorni in cui non ascolto il pezzo, poi mi ci rimetto. Comunque ogni pezzo è una storia un pò a se. In "1.9.8.9", ad esempio, ho cercato con Saverio Paiella (l'arrangiatore del brano) di usare gli strumenti che usavano i gruppi synth pop nella seconda metà degli anni 80, per riprodurre esattamente quelle sonorità. "Swine Flu Shot", invece, è nata in pochi giorni, dopo che avevo scoperto per caso su youtube una vecchissima pubblicità delle lobby farmaceutiche statunitensi, per promuovere la vendita del vaccino contro l'influenza suina. Uno spot allegro, amorale e malato come la cultura statunitense; mi ha ispirato molto, ho capito subito come tagliarla ed effettarla e che suoni di synth mi servivano.
Inoltre penso che nel fare i suoni l'aiuto di un tecnico bravo come Alessandro Beltrame sia stato decisivo.
5. Cosa ti aspetti dall'uscita del tuo disco? Hai in programma presentazioni/tour/collaborazioni?
In generale preferisco non avere aspettative, non è molto saggio. Voglio soltanto fare altri dischi e farlo nel modo migliore che posso. Spesso negli ultimi mesi i pezzi di questo mio disco solista vengono usati in cortometraggi, documentari, reading di poesie ecc... Questo mi fa davvero molto piacere.
Con Hey Saturday Sun non farò live finchè non sarò ricco e potrò permettermi di pagare la gente che mi monta gli strumenti. Dal vivo suonerò a breve con i Don Boskow, un progetto che si preannuncia esplosivo. Sto convincendo il chitarrista che è forte fisicamente e mentalmente a trasportare e montare le tastiere prima e dopo i concerti in cambio di lezioni sulla vita.
6. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Jon Hopkins, Apparat e Micah P. Hinson
7. Quale è il tuo punto di vista sulla musica italiana oggi?
Credo che in Italia ormai, come in altri paesi, ci sia molta più musica bella di quanto la gente creda. Basterebbe ascoltarla con calma. Ci sono anche dei gruppi che reputo un pò trendy e urticanti tipo lo Stato Sociale o i Cani tanto per dire, ma sono pochi. In questi giorni ad esempio sto ascoltando i Port Royal, i Flower or Razorwire e i Welcome Back Sailor. Se togliamo la solita roba nazional popolare e quella dei poveri di spirito, in Italia non ci possiamo lamentare affatto della qualità degli artisti. I problemi sono tutti gli altri che sappiamo.
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