DELUDERTI: MARIA ANTONIETTA E LA SUA LIBERTÀ

MARIA ANTONIETTA cover DELUDERTI 770x770Ascoltando "Deluderti" si resta folgorati dalla lucida spietatezza di Maria Antonietta. È un concetto a cui ci si approda dopo aver assimilato i 28 minuti che intercorrono tra "Deluderti" ed "E invece niente", rispettivamente testa e coda del nuovo disco dell'artista pesarese. "Io non ho intenzione di deluderti ma questa è la mia faccia, la mia fiducia non intatta" è la frase che dà l'inizio a questo nuovo corso musicale e già lascia presagire quello che potremmo trovare all'interno del disco.

"Deluderti" mescola passaggi ragionevolmente romantici a vortici di cruda realtà, le linee melodiche strizzano l'occhio a una linearità orecchiabile che predispone bene l'ascoltatore e lo mette in condizione di canticchiare le canzoni. Ciò non significa che siamo al cospetto di "canzonette usa e getta", tutt'altro. Dai pezzi emerge una profondità ed una ricerca delle cose vere: la consapevolezza che la rabbia può essere uno step necessario, la presa di coscienza che l'amarezza a volte può addolcire e che non è detto che un'esperienza fallimentare debba essere necessariamente un fardello da portarsi dietro per sempre.

Il singolo "Pesci" è di certo l'episodio più riuscito del disco: c'è il giusto equilibrio tra testo (il racconto si fonde amabilmente con la visionarietà) e melodia (dal colpo di basso iniziale alla ritmica di batteria). "Stomaco" ha un musical-appeal elevato e sprigiona una grande dolcezza nel cantato. "Oceani" recupera quella aggressività positiva che ha contraddistinto parte del repertorio di Maria Antonietta. "Cara ombra" e "Vergine" sono due canzoni universali che sanno riassumere bene stati d'animo anche molto contrastanti.MA ph Luca Zizioli

"Da qui voglio dare fuoco alla tua cattedrale e a te che fai la parte della vergine ma non ne hai la stoffa" è uno di quei versi che potrebbero sintetizzare un disco che stupirà chi lo ascolterà. Queste nove canzoni acquisiscono ancora più rilievo e peso specifico se contestualizzate in un panomara musicale italiano attuale dominato da cantanti che non sanno emozionare con una metafora e non si abbandonano alla bellezza.