Semplici, aggressivi, veri: INTERVISTA AI RAGGI ULTRAVIOLENTI
Abbiamo contattato i Raggi Ultraviolenti che da poco hanno pubblicato l'album dal titolo "È tutto un fake". Ci hanno parlato di presente, passato e futuro. Scoprite cosa ci hanno raccontato...
Chi sono i Raggi ultraviolenti secondo i Raggi ultraviolenti?
I Ruv sono 4 ragazzi accomunati dal punk italiano, che dal 2009 cercano di dire qualcosa attraversto la loro musica, che cercano di far rivivere un genere per alcuni ormai defunto, il vero punk.
Da dove deriva il nome della band?
Purtroppo ci piacerebbe avere una storia figa da raccontare, una storia dove il nome sia nato tra sbronze e rock n roll.. ma la verità è che cercavamo un nome facile da ricordare ma di impatto. “Ultraviolenti” ci è sembrato abbastanza di impatto! J
Anche se spesso viene storpiato in ogni modo..
Come si è formata la band?
Il gruppo è nato da una prima idea di Andre e Piolo di far rivivere il vero punk, un punk che non scimmiottasse gruppi pop/emo/”punk”.
Così sin dall’inizio, con Ted alla batteria abbiamo iniziato a unire tutte le nostre idee, ed è uscito “Cattivi Esempi”, il nostro primo Ep. (disco per alcuni aspetti ancora molto grezzo).
Nel 2012, con l’arrivo di Sbrillo alla chitarra abbiamo sfornato il nuovo album “E’ tutto un Fake!”. E speriamo di continuare.. :D
È da poco uscito il vostro album dal titolo "È tutto un fake". Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Semplice: Semplicità. Aggressività. Verità.
Di quali argomenti avete parlato?
Il disco si aggira attorno al termine“Fake”, spesso utilizzato nell’ambito Web per indicare qualcosa di falso, finto, irreale.
Con questo disco abbiamo voluto parlare di molto di quello che per noi è finto al giorno d’oggi.
Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?
Sono nate da quello che avevamo in testa, da quello che sentiamo ogni giorno attraverso giornali, tv e radio, cercando poi di miscelarle con melodie taglienti al punto giusto.
Un'altra cosa molto interessante è la copertina del disco che raffigura una pin-up del secolo scorso: di chi è stata l'idea e da chi è stata realizzata?
L’idea ci è venuta insieme al nostro grafico Simone Bellezza, di rappresentare quello che oramai si vede spesso in televisione, che purtroppo sminuisce molto il genere femminile: l’idea della donna oggetto, che si vende per ottenere qualcosa. Icona che non piace per niente ai Ruv.
La ciliegina sulla torta sono state poi le grafiche della scritta e il nostro logo, rispettivamente disegnate da Amedeo Zorgno e Max Ferrigno.
Ogni tanto ringraziarli con nomi e cognomi ci fa piacere. J
Quali sono i vostri impegni futuri?
Beh, per ora siamo molto presi dalla promozione di “E’ tutto un Fake”, ma con il nuovo anno rientremo in studio per iniziare a scrivere i nuovi brani!
Stare con le mani in mano non ci piace, non è da noi!
Tour, collaborazioni, registrazioni?
Di idee, progetti ne abbiamo tanti in testa.. speriamo di riuscire a realizzarli al piu presto. Per quanto riguarda i live, stiamo organizzando un mini tour per il nord italia per la promozione del nuovo disco.
Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
Beh, sicuramente prima di tutti ci sono i PUNKREAS, gruppo al quale ci siamo ispirati e che piace molto a tutti e 4.
Poi DYLAN DOG, perché come diceva lui: “I veri mostri forse non sono la fuori, ma siamo proprio noi”. (Sappiamo che DylanDog non è proprio contemporaneo, e neanche propriamente un artista.. ma ci piace un sacco! :D)
E per finire perche non mettere Mike Ness, storico cantante dei Social Distortion. Se volete capire il perché, leggetevi un testo qualsiasi di un loro pezzo.. poi capirete!
Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
Attualmente la musica in italia fa schifo soprattutto a causa dei gestori di locali che propongo musica live, che danno spazio alle cover band anziché alle band che eseguono brani propri, il che è ridicolo.