INTERVISTA CON I BALTO
Abbiamo contattato i BALTO che hanno raccontato il loro ultimo disco dal titolo "È tutto normale", ci hanno parlato delle nuove canzoni, delle loro influenze musicali, dei progetti futuri e molto altro.
Buona lettura
1. Chi sono i BALTO secondo i BALTO?
I balto sono 4 ragazzi fra i 21 e i 24 anni con vite normalissime fra università treni regionali e lavori estivi in riviera, suonano nel modo che amano, qualcosa che viene sicuramente dal rock, scrivono di quel che li circonda a partire dallo sguardo rivolto a se stessi.
2. Come mai questo nome per la vostra band?
Mah, fondamentalmente ci piace come suona, anche se ci sono vari aneddoti a riguardo. Ci è capitata una cena fantastica in Toscana in cui abbiamo bevuto un vino che si chiamava proprio così, la cosa ci è piaciuta parecchio.
3. Come definireste la vostra musica?
Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste? La nostra musica è un po’ uno specchio di quel che viviamo, di quello che ci circonda e che osserviamo. Direi viva, onesta e amica.
4. Ascoltando il vostro nuovo ep dal titolo “È tutto normale”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Le canzoni di questo disco spaziano temporalmente da circa due anni fino a pochi mesi fa. L’idea era quella di trovare un ambiente in cui ci rispecchiassimo e in cui si potessero rispecchiare tanti amici e tanti ragazzi della nostra generazione, con le paure di non farcela, con l’incazzatura del non riuscirci, con la sfiducia nel prossimo, che però da qualche parte cerca ancora positività e ottimismo, il rifugiarsi in un abbraccio collettivo, in cui ci si ritrova parte di un tutto, per cui non ci possiamo sentirci ne speciali ne inferiori a nessuno, semplicemente normali, e apprezzarlo comunque vadano le cose.
5. Domanda provocatoria: perché continuare a sfornare ancora canzoni? Non è stato già detto tutto? Perché fare musica oggi?
Perché se non facessimo musica scrivendo le nostre canzoni probabilmente dovremmo andare a trovare il modo di sfogarci da qualche altra parte, e boh, ci ho provato ad andare in palestra ma mi fa schifo. È bello avere uno “sfogo” sano, soprattutto se condiviso in una band. Quindi prima di tutto facciamo musica che sentiamo vera per noi, che ci fa stare bene, poi comunque attenti a che possa piacere anche alle altre persone, altrimenti non avrebbe senso fare dischi.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Continuare a suonare, scrivere, viaggiare, conoscere gente, fino a che avremo voglia e sentiremo che è importante per noi.
7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Naturalmente fare dischi, che siano ascoltati ed apprezzati, ma anche contestati, per carità, e portarli in giro il più possibile.
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
In Italia i Fask, e Francesco Motta (anche se non è una band ma ci è cresciuto in una band, e il suo progetto solista è qualcosa di increbile).
Da fuori i Biffy Clyro.