INTERVISTA CON YATO
Abbiamo intervistato YATO che ci ha parlato del suo ultimo disco dal titolo "POST SHOCK"; ci ha raccontato le sue ultime creazioni, i progetti futuri, le influenze musicali e molto altro.
Buona lettura.
1.Chi è YATO secondo YATO?
Un cantautore irrequieto, una composizione alchemica musicale, un synthrock e synthpop d’avanguardia, una YATO band meravigliosa!
2.Come mai hai scelto questo nome per il tuo progetto musicale?
Per quanto sia scritto con la “Y” l’idea parte da una figura retorica…quella dello iato che si trova in poesia ed in musica. La “i” diventa “y” con una sorta di gesto grafico che separa due linee..quelle stesse divisioni ed impossibilità d’incontro tra due (elementi, persone, ecc.) che emergono anche dall’idea dello iato come figura retorica. La cosa stupenda è che “yato” è anche una rappresentazione demoniaca nei manga giapponesi: un demone dalla vita quotidiana molto umana e che, per certi versi, sembra proprio l’impersonificazione di quel che porta alla luce la figura retorica stessa dello “iato”rispetto quel che quel demone si trova a vivere, nel modo in cui affronta le vicende che lo riguardano, nella vita di tutti i giorni, nei suoi vizi e nelle sue terribile faccende monetarie, nella sua umanità.
3.Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Un’amalgama e miscela sonora decisamente soggettiva! Desiderabile, decisa e groovosa!
4.Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “POST SHOCK”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
“Post Shock” è un album scritto dopo alcune vicende personali che mi hanno toccato nel profondo e, in certe circostanze, decisamente spiazzato. Ho avuto un periodo difficile da cui sono letteralmente precipitate le songs di questo nuovo lavoro. Tutto questo non vuol dire che mi sono ispirato a delle difficoltà incontrate, magari descrivendole anche, bensì qualcosa di molto più creativo: ho senza dubbio tentato di rilanciare qualcosa, di farmene qualcosa di quelle difficoltà, di scommettere sulla vita e sul desiderio di fare musica e scrivere…ed è nato, o forse meglio dire sono rinato con “Post Shock”.
5.Hai realizzato questo disco anche grazie all’aiuto del crowfunding. Dal tuo punto di vista quanto e come il crowfunding può materialmente aiutare il lavoro di un artista?
Oggi il crowdfunding è fra le poche risorse con cui poter esporre e far conoscere un progetto rispetto la realizzazione di un album, di contenuti artistici ed altro, in un mondo inflazionato da singoli musicali e di cui gli stessi singoli per poter esser venduti e lanciati hanno bisogno della tv. Posso dire, quindi, che il crowdfunding rappresenta un possibile veicolo di share per tutto quello che non è main stream. Ma..questo è il bicchiere mezzo pieno!
6.Quali sono i tuoi progetti futuri?
La partecipazione ad alcuni festival musicali (italiani ed internazionali), alcune nuove idee e brani che già mi frullano in testa (che ci vuoi fare te l’ho detto che sono irrequieto) nonostante “Post Shock” sia appena agli esordi, alle sue primissime date release.
7.Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ce ne sono diversi ed alcuni son degni anche degli occhi aperti ma devo dire che tutti avrebbero, poi, un effetto che riassumo così: “riuscire mantenermi con la musica, con la mia musica, con YATO”! ;)
8.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Nine Inch Nails, Sub e Calibro 35. Poi, però, aspetta perché ne ho altre tre, e poi..forse altre tre ancora..e poi…(odio queste domande).