INTERVISTA CON FURIA
Abbiamo intervistato FURIA, una interessante artista che ha da poco pubblicato il suo nuovo disco dal titolo "CANTASTORIE", ci ha raccontato le nuove canzoni, ci ha introdotti nel suo universo musicale, ci ha parlato di progetti futuri e molto altro.
Buona lettura
1 Chi è FURIA secondo FURIA?
Una ragazza che non ha mai perso la speranza di fare musica. Una ragazza forte e tenace. Orgogliosa e testarda.
2 Come mai hai scelto questo pseudonimo per definire il tuo progetto?
Nessun pseudonimo. Io mi chiamo Tania Furia. E direi che il mio cognome, usato come nome d’arte, è veramente azzeccato.
3 Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Italiana. Emozionale. Unica.
4 Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “CANTASTORIE”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo è stato scelto proprio per sottolineare quello che sono artisticamente: una cantastorie per l’appunto. E come i cantastorie ogni mia canzone è una storia vera, che racconta di personaggi o di fatti attuali o del passato. La novità è che ogni brano è accompagnato da un videoclip. Il progetto è nato da un incontro del destino. Quasi due anni fa ho incontrato il Maestro Luigi Albertelli, colui che ha scritto Furia cavallo del West. Il destino alle volte fa strani scherzi, ma quella volta è stato tanto assurdo quanto fortunato. Io ero un interprete con una gavetta alle spalle, lui, grande paroliere e autore televisivo italiano, con una carriera ricca di successi. Ci conosciamo durante le prove di una rassegna in musica, dove io interpretavo brani di Patty Pravo e lui era autore dello spettacolo, nonché ospite sul palco. Dopo aver cantato una canzone della Pravo da lui scritta, piaciutagli molto la mia interpretazione, mi propone di diventare mio produttore. Così è iniziato tutto. Ci è voluto un anno di lavoro per insegnarmi l’arte dello scrivere e tutt’oggi la lezione continua. Un’ esperienza per me nuova e meravigliosa. Non immaginavo di poter scrivere un testo e la musica.
Da una mia frase pronunciata ad un tavolo di un bar è nato anche il concept dell’intero lavoro: “Tu sei mio, ma soltanto se lo dico io”. Da lì è scaturita l’idea del progetto Cantastorie. Raccontare le storie del presente, del passato e del futuro, che fanno parte delle nostre vite.
5 L’importanza delle parole e delle storie che racconti è in primo piano nelle tue canzoni: quanto è ancora importante oggi raccontare storie? Non è stato già scritto tutto?
In un mondo come il nostro abituato alla tecnologia e all’utilizzo della rete, la memoria ha subito un duro colpo. Possiamo avere un miliardo di informazioni, ma questo non significa possederne la conoscenza. Soprattutto per le giovani generazioni che poco sanno chi eravamo, cosa è successo e come si è arrivati ad oggi. Il mondo della musica ha una parte importantissima nell’arte della comunicazione. Con essa si rappresentano i sentimenti, le emozioni e non credo proprio che si sia già scritto tutto. La sensibilità ha infatti sfaccettature complesse e varie. Esisterà sempre un modo personale, diverso per interpretare un sentimento, un emozione.
6 Quali sono i tuoi progetti futuri?
Fare ascoltare a più persone possibili le mie canzoni. Esibirmi in concerti live per avere un confronto diretto con il pubblico. E naturalmente continuare a scrivere canzoni.
7 Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Arrivare a sentire canticchiare un mio brano dalle persone che incontro per strada.
8 Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
I Green Day, i Franz Ferdinand e i Muse. Perché in Italia, attualmente, non ci sono band che mi abbiano sconvolto.
Consiglierei, comunque, ai giovanissimi di ascoltare e riascoltare le grandi band immortali: Beatles, AC/DC, Pink Floyd, Pearl Jam, The Queen. Fondamentali!