INTERVISTA CON MIZA MAYI
Abbiamo intervistato MIZA MAYI che ci ha raccontato il nuovo bellissimo lavoro discografico dal titolo “STAGES OF A GROWING FLOWER”, ci ha parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro.
Buona lettura.
1.Chi è MIZA MAYI secondo MIZA MAYI?
Miza Mayi è continuo divenire, è evoluzione, è amore per l’arte, per la musica, per ciò che è in armonia con il tutto. Miza Mayi è onda sonora, vibrazioni buone, un sorriso, il profumo del mare, un abbraccio che non ti aspetti.
2.Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
Afro-eclettica, sensuale, folle.
3.Ascoltando il tuo esordio discografico dal titolo “STAGES OF A GROWING FLOWER”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Le melodie hanno un aspetto fondamentale, tutto parte da lì poi avviene il processo creativo. Ogni brano è stato scritto in diversi momenti della mia vita e per ognuno c’è una storia ben identificabile. Quando è arrivato il momento di stilare la lista dei brani ho realizzato che il processo creativo è stato sempre in crescita, più gli argomenti erano profondi più si tendeva ad espandersi verso l’alto, era come se un concetto germogliasse e per ogni brano le radici si espandessero, come se ad ogni traguardo raggiunto spuntasse una foglia, come se alla fine di questo percorso fosse sbocciato un fiore meraviglioso. E’ un percorso di rinascita, l’analogia è stata immediata, ogni brano rappresenta un diverso stato di coscienza dell’essere.
Questo lavoro è nato insieme a Eros Cristiani e Jessica Cochis, abbiamo scelto insieme quali dei miei brani inserire nel disco e abbiamo scritto insieme dei brani nuovi, è un lavoro di pura fiducia. Mi sono avvalsa della loro esperienza per costruire l’intero album partendo dalle basi.
Scrivo i brani di getto, al pianoforte o alla chitarra, mi bastano poche note, da lì mi innamoro di una melodia. Per quanto riguarda il testo faccio un lavoro più approfondito, analizzo innanzitutto l’emozione principale che muove il brano, individuo l’obiettivo del personaggio del brano e sviluppo il messaggio che voglio dare al pubblico. Tutto è arricchito dalle percezioni sensoriali, adoro giocare con profumi, suoni, colori, sensazioni tattili, rendono tutto più reale.
4.Perchè hai deciso di fare musica?
Mia zia ha sempre sognato che facessi la reginetta di bellezza, perciò mi trascinava sempre a fare dei piccoli concorsi, lei orgogliosissima, io ero totalmente spaesata, tutta quella vanità concentrata mi annoiavo molto. Una sera stavamo aspettando che arrivassero gli artisti che avrebbero fatto le prove sul palco, arrivarono tutti insieme all’improvviso, attori, ballerini, cantanti, riempirono il palco con un energia vibrante, ne fui travolta, sentivo che quell’energia fosse parte di me, da quel momento decisi di studiare canto, danza e recitazione, è stata la miglior scelta che abbia mai fatto.
La musica è la mia salvezza, mi ha sempre sollevata dai momenti bui, abissali, mi ha sempre raccolta per riportarmi a respirare, alimenta il mio io bambino, nutre la mia gioia, non potrei farne a meno.
5.In copertina c’è il tuo volto: quanto di te, della tua vita, del tuo vissuto c’è in questo disco?
Il disco parla di una Dea, che subisce un torto e vive vari stadi prima di avere delle grandi rivelazioni, a un certo punto della sua crescita decide di far si che ad ogni suo passo crescano soltanto fiori.
In questo disco ho voluto raccontare delle esperienze della mia vita sotto forma di allegoria. Basta leggere i testi per capire, ogni immagine è stata vista, ogni suono è stato sentito, ogni emozione è stata vissuta da me in prima persona. Ho voluto smettere di tenere queste emozioni per me e renderle fruibili, consultabili in ogni loro sfumatura.
Il disco inizia con “Golden”, un brano oscuro, elettronico, grave, si percepisce un battito freddo incessante. “The Day They Killed My Body, That Day Is Gone” letteralmente: il giorno in cui hanno ucciso il mio corpo, quel giorno è passato. Il disco inizia così , in uno stato negativo, riemergo dalla terra fredda e oscura e mi sollevo, consapevole che il mio futuro da quel momento in poi sarà “Golden”, dorato.
Ovviamente non ci sono solo io in questo disco c’è anche la mente esperta di grandi musicisti professionisti senza i quali sarebbe stato impossibile realizzare tutto questo.
6.Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono in fase creativa perciò ho già iniziato a scrivere i brani che saranno presenti nel secondo album, nel frattempo sono in programma vari show case e concerti dal vivo, tenetevi incollati sul mio profilo Instagram e Facebook per ricevere tutti gli aggiornamenti.
7.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Non ascolto band contemporanee canoniche, preferisco ascoltare musica strumentale suonata da musicisti veri, ad esempio di recente sto ascoltando i “Kokoroko Afrobeat Collective”li adoro perché nella sezione fiati ci sono soltanto donne, e che donne! Ascolto “Christian Scott aTunde Adjuah” e… vale anche la musica anni 70? Ne vado matta, l’altro giorno avrò ascoltato “Dreamin About You” dei Blackbyrds almento venti volte.