Italia? Titolo da definire. Recensione del concerto
Arriviamo a Carpi a tramonto iniziato. Nella bellissima piazza centrale c'è gente, si sente il mormorìo provenire dal vicino teatro comunale, luogo della serata "ITALIA? TITOLO DA DEFINIRE, ideata da Corrado Nuccini (chitarrista dei Giardini di Mirò e dei Vessel). Prendiamo posto in prima fila, il teatro è meraviglioso, sembra ricamato con un eccellente gusto. Guardo il libretto della serata e, oltre alla scaletta delle esibizioni e altre informazioni, mi colpisce la frase che il sovracitato Nuccini usa per introdurre lo spettatore allo spirito della serata:"tutto parte da qui, da questa nazione che sentiamo nostra senza capirne il perché".
Lo spettacolo ha inizio con le letture dello scrittore Angelo Ferracuti (che interverrà alla fine dell'esibizione di ogni artista) in cui emerge una visione [dura, spietata e amara ma reale] del periodo storico che stiamo vivendo politicamente, socialmente, culturalmente e individualmente. Il suo sarcasmo e la sua aderenza al quotidiano paradosso strappa sorrisi amari e applausi.
Quando le parole lasciano spazio alla musica ecco i Mariposa. Sono seduti, in fila uno accanto all'altro. Il colpo d'occhio è fantastico. Propongono in chiave "semiacustica" dei brani di recente fattura (Chambre, Tre mosse, Pterodattili, Con grande stile, Eccetera eccetera), uno dell'album precedente (Specchio), una cover di "Prete in automobile" di Luigi Tenco interpretata in perfetto stile Mariposa, con un incastro magistrale di suoni ed effetti. Chiudono il loro set con un coro a bordo palco che cattura applausi su applausi.
È poi la volta del cantautore Paolo Benvegnù che, con la sua fidata Fender Jaguar, veste di note e arrangiamenti cuciti su misura alcuni dei suoi brani più suggestivi (Love is talking, Io ho visto e La schiena) per poi omaggiare la serata con la commovente "Povera Patria" di Franco Battiato, dandole una carica emotiva molto molto forte con la sua voce calda e intensa.
A seguire va in scena Le Luci della Centrale Elettrica (alias Vasco Brondi) accompagnato da Stefano Pilia (Massimo Volume) e Rodrigo D'Erasmo (Afterhours) che esegue i pezzi dall'ultimo fortunatissimo "Per ora noi la chiameremo felicità" (Cara catastrofe, L'amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici) mescolandoli a BBB (dei CCCP), Summer on a solitary beach (di Franco Battiato) e La domenica delle salme (di Fabrizio De Andrè). L'interpretazione di Brondi & co. è molto sentita e fa aumentare ancora di più l'attenzione e il piacere nei confronti di questo ensemble straordinario di artisti.
A chiudere la serata c'è Nada. Accanto a lei sul palco ci sono i giovanissimi Criminal Jokers. Da subito l'amore che trasuda dai gesti e dalla voce dell'artista livornese è ricambiata da un pubblico molto entusiasta. "Luna in piena", brano che l'artista presentò a Sanremo nel 2007, scalda il teatro per prapararlo alle canzoni che hanno reso celebre Nada: Amore disperato e Ma che freddo fa. C'è spazio poi per "Vuoti a perdere", brano degli Zen Circus interpretato appunto dall'energica artista toscana. La sua presenza scenica esprime tutta la carica possibile ed immaginabile, senza una sosta. Nemmeno quando è la volta di "Confiteor", sentitissimo omaggio al grandissimo Piero Ciampi con cui Nada incise il brano quasi quaranta anni fa.
La serata termina con lo scroscio di applausi dei tanti spettatori che hanno riempito il teatro comunale di Carpi e il ringraziamento a chi ha sentito la necessità di fare qualcosa per scuotere gli animi da un torpore sempre più pericoloso.