Il tour SPOSTATO DI UN SECONDO di Marco Masini fa tappa a Milano
A due anni di distanza dall’ultimo live milanese, Marco Masini riabbraccia il capoluogo lombardo con il tour “Spostato di un secondo” ripercorrendo la sua carriera a partire dai successi dell’ultimo album. Il filo conduttore del concerto è il tempo trascorso, inteso come susseguirsi di potenziali occasioni perdute, di errori da correggere e di emozioni e sentimenti da ricordare, amore in primis.
Il live inizia con un intenso gioco di luci e immagini, alcuni schermi sul palco trasmettono un breve filmato che racconta l’attesa di una donna, un countdown segna lo snocciolarsi dei secondi, ma la voce di Masini non tarda a rispondere a suon di musica. La scaletta dà subito spazio a brani dall’ultimo progetto discografico: “Nel tempo in cui sono tenuto a restare”, “Ma quale felicità”, la sanremese “Spostato di un secondo” e “Tu non esisti”, canzone di chi vorrebbe cancellare ricordi di un amore trascorso.
Nelle oltre due ore di canzoni sono tante le occasioni per proporre, riarrangiare, le innumerevoli hits di una carriera trentennale. Il pubblico intona a gran voce “Cenerentola innamorata”, “Frankenstein”, “Principessa”, gli undici album dell’artista fiorentino sono carichi di canzoni che
non risentono degli anni trascorsi e si rivelano contemporanee nei suoni e nei temi, spaziando dai sentimenti (“E ti amo”, “L’amore sia con te”, “Raccontami di te”) al disagio sociale (“Perchè lo fai”, “La malinconoia”, “Disperato”).
La band, impeccabile nei cambi e simbiotica nell’interazione sul palco, si arricchisce di un guest d’eccezione in “Che giorno è”: si tratta Rocco Tanica, storico tastierista di Elio e le storie tese, al pianoforte. Lo spettacolo incalza con una progressione che alterna canzoni e brevi racconti dell’artista, che propone anche un omaggio a Giorgio Faletti con la toccante rivisitazione di “Signor Tenente”. Masini modula la voce con grande padronanza, il suo timbro è il marchio di fabbrica che suggella un legame speciale col suo pubblico a volte carezzando, altre graffiando. L’artista regala ai presenti un’interpretazione di spessore alternandosi tra il pianoforte e i pad eletronici, con tanto di diretta Facebook su “Disperato”.
Il concerto sembra volgere al termine sulle note di “Bella stronza” e “Vaffanculo” ma i cori d’affetto richiamano il cantautore e la sua band sul palco per il gran finale, con “T’innamorerai” e “Una lettera a chi sarò”, canzone di epilogo e rinascita, che parla di futuro con gli occhi del presente di un uomo, un professionista della musica, che ha ancora un immenso talento da esprimere.