Le erbe spontanee da mangiare a marzo (seconda parte)
Abbiamo parlato qui delle erbe da mangiare in marzo: vediamo allora la seconda parte!
Raperonzolo selvatico
Il raperonzolo (Campanula rapunculus) è una pianta della famiglia delle campanulacee.
Il raponzolo o raponzolo cresce spontaneamente in molte parti della penisola, si può trovare nei terreni incolti, nei boschi, nei prati fino a una quota di circa 1500 m. In alcune zone d'Italia però è vietato raccoglierlo. È tuttavia possibile coltivarlo nel proprio orto comprando i semi presso i negozi specializzati o recandosi da qualche coltivatore.
Si mangia la foglia di marzo, ma si trova nei campi tenerissimo anche in febbraio: la radice assomiglia a una carota, è leggermente amarognola ma con retrogusto di nocciola.
Le foglie hanno, invece, un gusto leggermente amarognolo e un leggero profumo di bosco.
Il raperonzolo ha proprietà disinfettanti e antinfiammatorie, è una verdura molto indicata per i diabetici, è ricco di vitamina C, fibre, proteine e sali minerali.
Come si usa: le foglie e le radici tagliate sottilmente si gustano in insalata. In alternativa è possibile attendere l’ingrossamento delle radici, che possono diventare lunghe fino a 10 cm, e consumarle cotte, per esempio fritte nel burro.
Silene
La Silene vulgaris o italica si raccoglie in marzo-aprile, per la precisione i germogli. È un'ottima erba spontanea, amarognola e piccante. In Italia centrale è denominata striduli, si mangiano saltati in padella con aglio e olio, in frittata, nelle minestre di stagione, ma anche nel ripieno di tortelli saporiti.
I germogli di silene sono ottimi bolliti per cinque minuti in acqua, conditi con olio e limoni e serviti d'accompagnamento alle uova lesse.
Tarassaco
In quanti modi lo avete sentito chiamare? Pisciacane, piscialletto, radicchio selvatico... questa fantastica e comune erba selvatica presente praticamente in tutta Italia, si consuma tutta. Le foglie si consumano fresche ma anche essiccate come dispensa; dalle radici se ne estrae il succo e si conservano in vasi di vetro previa essiccazione. Il tarassaco è un depurativo, diuretico, tonico, lassativo eccezionale: le foglie fresche – ma lasciate anche un poco di radice che conferisce quel sapore amarognolo squisito – si mangiano stufate in padella con olio e aglio e poi condite con limone, in frittata, in zuppa insieme alle ortiche e legumi, in sformati e come ripieno di pasta fresca. I bocci di fiore di tarassaco sono buonissimi in salamoia: fate bollire in 1 litro di aceto con 2 cucchiai di sale, raggiunta l'ebollizione scottate per due minuti i boccioli di tarassaco. Scolare e lasciar asciugare anche per una notte i boccioli su un telo di cotone coperti con un altro telo. Invasate i boccioli aggiungendo alloro, bacche di ginepro, coprite di olio d'oliva: fate riposare almeno due settimane. Più aspetterete, più questi stuzzichini saranno saporiti.
Valerianella
Una piccola insalatina a ciuffi facilmente riconoscibile chiamata anche songino, gallinella di campo, lattughino, molesino e dolcetta. È ottima gustata fresca in insalata ed ha proprietà depurative, emollienti, lassative e rimineralizzanti.
Viola mammola
Bellissima, profumatissima, indice che la primavera sta arrivando... ed è anche buona! È la viola mammola, anche detta viola odorata, dal dolcissimo profumo inconfondibile. Con i suoi fiori potrete fare un ottimo sciroppo dissetante se diluito in acqua, potrete candirli per decorare i dolci, oppure aggiunti nelle insalate primaverili. Che bontà!