SAMBAS DO ABSURDO: l'album di Rodrigo Campos, Gui Amabis e Jucara Marcal

ybcd179 Rodrigo Campos Sambas do Absurdo Cover 768x768Il primo aprile è uscito "Sambas do absurdo" per YB/A Buzz Supreme, il lavoro di Rodrigo Campos, Gui Amabis e Jucara Marcal.

Questo progetto racchiude l'esperienza dei tre musicisti esponenti insieme a tanti altri della nuova scena brasiliana. Questa si pone come obiettivo quello di fondere strutture sonore rock con la samba ed è solo un prolungamento della filosofia Tropicalista iniziata nei fine anni 60 da personaggi di spicco come Veloso, Gilberto Gil e i trasformisti Os Mutandes.

L'idea concettuale alla base, è il mito di Sisifo che, appunto, parla della scoperta della vita come un "UNICO ASSURDO" da cui svincolarsi sopravvivendo assurdamente o suicidandosi. Musicalmente ci sono tracce più pseudo-tradizionali come "Absurdo 4" e "Absurdo 2" dove però la samba si attorciglia perdendosi in movimento e arricchendosi in intimismo con la voce di Jucara Marcal che si sovrappone alle grandi interpreti brasiliane come Gal Costa e la stessa Os Mutantes Rita lee.

"Absurdo 1" e "Absurdo 3" hanno rispettivamente le storture alt-rock delle ballate dolci-amari del primo darkeggiante Caetano Veloso e le orchestrazioni sinfoniche di ispirazione Rogerio Duprat. Un disco intenso che avrebbe suonato Camus se non avesse scritto come Becket e Kafka la trasposizone letteraria di questa bellissima danza meticcia e avanguardista. Essa anteponepone all'ipotesi di suicidio, un'infinita voglia di vibrare ancora un pò su una finestra aperta tra tradizione brasiliana epilettica e "Vanguardia" suadente e liquida. Tom Zè intanto si intreccia colori di lunghe collane e ci sorride perchè "tutto si trasforma niente si distrugge" dice. Noi lo sappiamo che nel suo prenderci in giro, con parole non proprie della sua saggezza popolare, ci sta invitando a scegliere come lui, una sopravvivenza oltre le nostre possibilità di normalità

TRACCE

1.Absurdo 1
2.Absurdo 2
3.Absurdo 3
4.Absurdo 4
5.Absurdo 5
6.Absurdo 6
7.Absurdo 7
8.Absurdo 8

Marco Pancrex

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E’ PIÙ COMODO SE DORMI DA ME... il nuovo disco del cantautore toscano DIEGO ESPOSITO

diegoespositoHa un titolo curioso il nuovo disco del cantautore toscano DIEGO ESPOSITO: "È più comodo se dormi da me". Con la collaborazione e direzione artistica di Zibba, è un progetto discografico che riassume il mondo musicale di un giovane cantautore che mette in musica le sue storie: un'attitudine spontanea, genuina e soprattutto vera.

Si tratta di un disco che comprende nove canzoni dalla grande carica emotiva che arrivano all'ascoltatore in maniera diretta: ad esempio "In una stanza" è una sorta di laboratorio dove vengono scelte le parole da dire, è una specie di fase preparatoria al disco. C'è poi l'omaggio alla sua terra d'origine in "Toscana" che viene messa in parallelo con l'Irlanda vista come una terra anch'essa piena di natura dove primeggia l'essenzialità del green affiancato alla sostanzialità dei rapporti veri. Legata alla prima canzone è "Le parole quando vanno da sé" che parla dell'importanza delle parole e della bellezza del viaggio e di quanto possa procurare benessere. Molto intrigante e suggestivo è il brano "Mare" dove regna l'intimità, la passione, la poesia e la speranza di un futuro migliore.

"E’ PIÙ COMODO SE DORMI DA ME..." è un caleidoscopio emozionale che fa bene a chi lo ascolta. Diego Esposito si dimostra essere un cantautore con molte frecce nelle sua faretra e sa come colpire e quando colpire. Il fascino delle bella canzone non svanisce anche dopo svariati ascolti.

Guarda “Come fosse primavera” 

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I MURI DI BERLINO, il disco di Maldestro post-Sanremo

i muri di berlino maldestroIl 24 marzo è uscito il nuovo disco di Maldestro: "I muri di Berlino". Un lavoro cantautorale che lo ha visto partecipare, allo scorso Festival di Sanremo con il brano "Canzone per Federica" tra le nuove proposte e vincere il premio della critica Mia Martini.
La sua devozione autorale è stata premiata più volte con riconoscimenti importanti come il premio Jannacci, Lunezia, e Assomusica conferitogli dalla Regione Basilicata per il miglior videoclip. Inoltre questo progetto ha una grande carica pop, nel senso di nazionalpopolare, visto che è entrato con il pezzo "Abbi cura di te" nella commedia all'italiana del regista Massimiliano Bruno "Beata ignoranza".

"Luci (in un solo minuto)" è una perfetta ballata-ninna nanna alla 'Buonanotte fiorellino' di DeGregori; "Prenditi quello che vuoi" già sentita in qualche album di Niccolò Fabi o Roberto Angelini; "Tutto quello che resta" una up-tempo del più sanremese Gazzè; "Arrivederci allora" un anthem malinconico sugli amori maledetti un pò Vasco, un pò Tiromancino. "Sporco clandestino", una mai troppo scontata denuncia sociale sul dramma dell'immigrazione, un pò "...Minchia, Signor Tenente.." dello scomparso Faletti.

Ora, vogliamo ancora appellarci al fatto che questo album possa sembrare il collage di luoghi comuni musicali, o trovare stima per un cantautore che ha scritto parole e musica in questo progetto, con quella sincerità che lega un artista alla tradizione come al futuro di una musica italiana, dove per "distinguersi", oggi è la moda scegliere di costruire modelli di immedesimazione non autentici e pilotati? Beh per noi è giusto anche chiudere un occhio e con l'altro fissare oltre questa manciata di canzoni. E sapete cosa si vedrà? Provateci ascoltando l'album, o mettendovi pausa dopo il primo ascolto. Resterà una possibilità e un incoraggiamento che non si deve negare a nessuno.


TRACCE

1. ABBI CURA DI TE
2. TUTTO QUELLO CHE CI RESTA
3. CANZONE PER FEDERICA
4. CHE ORA E’
5. IO NON NE POSSO PIU’
6. PRENDITI QUELLO CHE VUOI
7. SPORCO CLANDESTINO
8. ARRIVEDERCI ALLORA
9. TU NON PASSI MAI
10. LUCI’ (IN UN SOLO MINUTO)

Marco Pancrex

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SONGS: FOR A LOVELY SOUL, il nuovo disco di BODA

boda songsDal 17 Marzo 2017 in free-download per La Sete Dischi e nei principali digital store è stato lanciato il nuovo progetto "Songs:for a lovely soul" di Boda (Daniele Rotella, cantante dei The Rust And The Fury) che, dopo i due primi lavori con La FameDischi e Woodworm, ha composto una sua nuova opera solista. Le coordinate sonore di questo viaggio, tra pure e trattate chitarre elettriche e acustiche, vanno dalle lande rural-folk all'americana di Neil Young ad atmosfere più ambient come Sigur Ros fino a toccare stati di estasi del pesudo-minimalismo-sacro reso celebre dal compositore estone Arvo Part.

Sensualissima la traccia "Dear brother" al limite del chitarrismo post-Pavementiano; in "Wind" ritroviamo il Young più essenziale di Harvest e i trattamenti rumoristici di LeNoise; "Sybill" è intima e commovente ballata folktronica; "Shadows on the woods" è una cavalcata che a tratti trotterella nel gelo del nord-folk atmosferico dei Sigur Ros di Ágætis byrjun anno 1999, poi decellera in un'invocazione di un quasi-Mr.Smog che entra con la calda voce a compiere tutto;
"Dog Rose", ma soprattutto "Your skin", ha la polifonia corale di una ballata sacra di Part e poi prende il piglio di un movimento che la lega ad altri incipit o alte code dove la chitarra è un down-beat tra il trip hop e dream-pop.
Sì, perchè se la materia del viaggio è sognare di arrivare sempre un passo più in là della tua spettativa reale, beh questo disco può esserne a buon diritto la colonna sonora. Pensavamo di annoiarci prima di andare in modalità "To the wonder" e Malick non è un riferimento messo a caso per tirarsela, credeteci.

 

TRACCE

01 Dear brother
02 Wind
03 Sybill
04 Shadows on the woods
05 A place to be
06 You better lock that door
07 Dog rose
08 A gentle wind
09 True love will find you in the end (Daniel Johnston)
10 Your skin
11 Killing you

Marco Pancrex

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CANNIBALE, il nuovo album delle Capre A Sonagli

capreasonagliIl 10 marzo esce il nuovo disco, "Cannibale", de Le Capre A Sonagli per l'etichetta Woodworm con distribuzione Audioglobe. Il lavoro è un breviario di inni folk deviati e distorti che sfociano nella psichedelia tanto fuzzy quanto stoner. Il disco è prodotto da Tommaso Colliva (Muse, Franz Ferdinand, Damon Albarn ma anche Afterhours, Ministri e Calibro35). La natura caleidoscopica del contenuto dell'album si manifesta come in un rituale profano nella cerimonia pseudo-liturgica dei testi che vengono sopraffatti a livello sonoro da reiterazioni e feedback di stampo Suicide in "Cannibale in mare", da un certo doom-bit che vagamente ricorda il post-punk dei Pubblic Image in "Gallo da combattimento", dal free-rock degli Animal Collective dei primi dischi più evanescenti e meno colorati in "Treno per il Tibet" e "La iella". Poi ci sono pezzi come "L'arca di Hitchcock" che sembrano uscire dal disco più desertico dei figliocci di Josh Homme: gli Arctic Monkeys di Hamburg.

Il tribalismo, quasi alla Ninos du Brasil dei nostri Nico Vascellari e Nicolò Fortuni, si contorce in "Icaro" e poi si libera nella più blueseggiante "Ride il pagliaccio". Tutto questo coacervo di razze e animali distopici e inferociti perdono la loro funesta natura nella divinazione di uno dei tanti festeggiamenti pagani che possiamo trovare nei manuali di Ernesto de Martino o nelle pagine di Julio Cortàzar e che qui si compiono nel rito dell'ascolto. Alla fine arriva l'avanguardistica nenia dub di "Nerone". Ebbene anche il fuoco, l'elemento più ancestralmente purificatore, qui ci sembra un atto, non definitivo, ma liberatorio. È così che nascono dischi che non sono fatti per finire ma per riprodursi come antropologici miti: ciclicamente!


TRACCE


1.L'ARCA DI HITCHCOCK
2.CANNIBALE IN MARE
3.GALLO DA COMBATTIMENTO
4.TRENO PER IL TIBET
5.LA IELLA
6.ICARO
7.RIDE IL PAGLIACCIO
8.RITO AZTECO
9.NERONE

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