FOLKBLUESTECHNO'N'ROLL... E ALTRE MUSICHE PRIMITIVE PER DOMANI: il caleidoscopico album dei NIGGARADIO

niggaradio"FOLKBLUESTECHNO'N'ROLL... E ALTRE MUSICHE PRIMITIVE PER DOMANI" è il nuovo disco dei catanesi NIGGARADIO, un interessante progetto composto da Andrea Soggiu, Daniele Grasso, Peppe Scalia e Vanessa Pappalardo. Si tratta di uno di quei dischi che arricchiscono l'ascoltatore con nuovi punti di vista sulla vita e sul modo di vedere le cose. Il disco si compone di undici bellissime canzoni che ipnotizzano grazie alla splendente magia che racchiudono: testi che raccontano (in un dialetto siciliano da leccarsi i baffi) storie di eroi ordinari, melodie che fondono suoni e rumori di una Catania sempre in movimento, slide guitar e synth e tanta tanta passione.

La commistione di generi, registri sonori, approcci e linguaggi musicali è la vera arma letale di questo disco perchè regala una lezione che va aldilà della musica: non bisogna diffidare della diversità ma coglierla come un'occasione per arricchirsi di nuove esperienze. La vivacità musicale di "FOLKBLUESTECHNO'N'ROLL... E ALTRE MUSICHE PRIMITIVE PER DOMANI" compare evidente e colpisce brano dopo brano.

Calandoci nello specifico delle canzoni veniamo portati per mano ad assaggiare la materia prima di questo disco che affonda le sue radici nelle tematiche sociali e che affronta per primo il problema della progressiva e preoccupante perdita di diritti in "U me dirittu" per poi passare al dualismo padrone/operaio di "Messinregola". C'è anche l'amore, quello viscerale e genuino in "'U Balcuni ‘i l’incantu" che mostra l'amore di chi sa stare vicino sempre, nei momenti facili e in quelli più difficili. Un altro brano interessante è "Nananà", canzone apparentemente scanzonata e spensierata che denuncia la pericolosa deriva dell'homo consumens contemporaneo. C'è l'emigrazione obbligata in "'U pullman pa' Germania", unosguardo lucido sull'uomo sradicato dalla propria terra per cercar fortuna altrove.

"FOLKBLUESTECHNO'N'ROLL... E ALTRE MUSICHE PRIMITIVE PER DOMANI" è un disco particolare che, come nelle migliori opere del siciliano Giovanni Verga, racconta i vinti e lascia un sorriso amaro come nelle migliori opere di Pirandello. Se questo libro fosse un libro andrebbe fatto ascoltare nelle scuole per regalare momenti di presa di coscienza intensi di proficua riflessione.

TRACCE

1. U me dirittu
2. Messinregola
3. Rema
4. 'U Balcuni ‘i l’incantu
5. Cantò
6. ‘A fera
7. Senza
8. Nananà
9. 'U pullman pa' Germania
10. Signuri
11. Dimmi unni si

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'O TRENO CHE VA, il nuovo capolavoro dei Foja

FOJAÈ uscito il 9 dicembre per Full Head con distribuzione Audioglobe, "'O treno che va", il nuovo splendido album dei Foja.

La formazione che ha nelle sue fila, Dario Sansone (voce e chitarra), Ennio Frongillo (chitarra elettrica), Giuliano Falcone (basso elettrico), Luigi Scialdone (chitarre, mandolini, ukulele e banjo) e Giovanni Schiattarella (batteria), ricollabora con Alessandro Rak per l'artwork dopo che lo stesso Rak li aveva scelti per la colonna sonora del suo pluripremiato film d'animazione "L'arte della felicità".

Il suono della band anche in questo disco prende a piene mani dalla tradizione della canzone napoletana come in "Duorme" e delle sue inflessioni più jazz-blues carosoniane. Ma gli strumenti che la formazione usa sono di predominanza elettrica e quindi non mancano pezzi più tirati come in "Statte cu'mme" dal sapore country-rock in memoria di lontani Giant Sand della frontiera messicano-texana. La voce di Sansone si fa più dolce nel folk all'americana metà canto di Natale "Nina e o'cielo".

"Tutt'e duje", un pezzo a metà tra lo stornello e uno spiritato tango waitsiano, cede il passo alle contorsioni prog caraibiche del sax di Daniele Sepe che oltre che in questa "Famme partì", cura anche l'arrangiamento dei fiati della bellissima "Buongiorno Sofia".
Arrabbiata la fiaba nera rock alla Litfiba "Aria e'mare" che infatti vede la partecipazione di Ghigo Renzulli che ci mette un assolo cattivissimo e di gran classe.
C'è tanto dell'influenza del blues metropolitano del maestro partenopeo Edoardo Bennato che influenza pezzi come la title-track e ci mette la sua indimenticabile armonica, compagna d'arte e pirateria, in "Gennaro è fetente".

Nel pezzo "Cagnasse tutto" si raccontano le due anime del lavoro quella più acustico-tradizionale dei mandolini e la rabbia rock delle chitarre.
Questo non è solo la linea stilistica di questo bellissimo album ma anche di un percorso dei Foja che, appunto, li ha visti esibirsi come prima band elettrica nel teatro più vecchio e storico d'Europa, ossia il San Carlo di Napoli. Un esempio di patto culturale tra la tradizione immensa e la promettente voglia di cambiamento e forse rinnovamento di certi punti di riferimento del passato da tener sempre come in mente e nel cuore.
Insomma "cagnasse tutto" ma non questo spirito guida che i Foja, anche in questo bellissimo disco, rendono vivo.


TRACCE
1.CAGNASSE TUTTO
2.GENNARO È FETENTE
3.CHIN’E PENSIERI
4.NUNN’È COSA
5.O TRENO CHE VA
6.BUONGIORNO SOFIA
7.ARIA‘E MARE
8.A CHI APPARTIENI
9.FAMME PARTÌ
10.DUMMENECA
11.TUTT’E DUJE
12.NINA E‘O CIELO
13.STATTE CU’MME
14.DUORME  
 


 
  

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AMAMI, il nuovo disco dei Jumping The Shark

15622108 773601559470100 5975144371037215131 nAmami” il terzo lavoro in studio della band Jumpin The Shark è uscito ieri 27 gennaio 2017 per l'etichetta Bananophono. L'album è stato registrato, mixato e masterizzato da Paolo Rossi negli “Studio Waves” di Pesaro. Infatti la band è pesarese e vede nelle sue fila Leonardo Antinori (batteria e voce) e Tommaso Tarsi (chitarra e Voce).

Il disco è un concentrato di rock a volte spigoloso e sincopato, altre volte felpato e melodico che fa pensare ai primi nostri Verdena e Lombroso, e come dichiarato da loro stessi mescola insieme un coacervo di influenze che va dagli ultimi più classici Queens Of Stone Age al suono di echi lontani di “Squallor” di Fabri Fibra passando per gli Arctic Monkeys di “AM”.

Come si diceva, quindi, proprio l'eccletticità del disco non deve far inorridire per la presenza di una ballata pirata come “Marilù” che contrasta con il sopraffino stoner con tanto di basso in fuzz e controtempi di batteria di “Dimmi quando verrai a casa”. Entrambi questi due pezzi sono di alta fattura e concentrano qui, in due episodi, già la  dichiarazione di intenti del lavoro intero.
Il cantato in italiano inoltre non è per niente banale, il che non è affatto scontato.

“Impulso” fa pensare alla versione meno matematica dei Don Caballero mentre con “Non sei diversa in amore” si viene travolti dall’hardcore dei nostri “Teatro degli orrori”, con un ritornello però più all’Amor fou, alla Virginiana MIller o alla NonVoglioCheClara.

Per quanto riguarda la trattazione di quest’album, ciò che è stato detto sopra ci fa ben pensare che si è forse superata la prova del rock senza cadere nella solita formula standardizzata che cerca di smarcarsi sul lato indie che fa tanto fighi.
Il lavoro sa essere suonato con varietà e omogeneità di impasto timbrico ed è lodevole l'uso alternato di melodia e "atonalità".
Speriamo nel lato buono della discografia, se ancora ce ne fosse rimasto uno.

TRACCE

1_Dimmi Quando Verrai A Casa
2_Impulso
3_Vera Show
4_Non Sei Diversa
5_Marilù
6_F.F.I.C.R.
7_Shining
8_Elena
9_Love Me Pesaro
10_Scomparire

Marco Pancrex

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LE VIE DELL'INSONNIA: l'esordio discografico di Lisa Giore'

lisagiorè"LE VIE DELL'INSONNIA" è l'esordio discografico di Lisa Giorè, giovane cantante toscana che ama applicare ad un tessuto pop-cantautorale vari inserti rock, electro, folk e swing. Questa varietà di generi produce un caleidoscopio emozionale che cattura l'attenzione dell'ascoltatore che non ha riferimenti direzionali certi: il ritmo e le melodie sono in costante evoluzione producendo un effetto di 'fresco rinnovamento continuo'.

"Le vie dell’insonnia" è una raccolta di dieci brani che raccontano gli anni di un’evoluzione avvenuta tra turbolente tempeste cerebrali che Lisa Giorè è riuscita a rappresentare in maniera lucida ed accattivante. Le dieci canzoni sono i dieci colori utilizzati dalla giovane artista senese per dipingere un quadro sfavillante: "Lo stato attuale delle cose" accoglie l'ascoltatore col suo ritmo deciso ed i suoi cambi improvvisi che si rispecchiano nell'interpretazione vocale tra recitazione e cantato. C'è il senso di perdita e di smarrimento che assale durante un lutto nel brano "Aria di tempesta" dove troviamo un'inquietudine corposa ed un'atmosfera non proprio luminosa. Si parla di sconfitta in "Sabbia", brano dall'atmosfera desertica costruito su una struttura in cui la sezione ritmica la fa da padrona; molto interessante è "Settembre" dove viene affrontata la perdita dell'autosufficienza ed il lento luire di una malattia che annulla l'essere umano. C'è spazio per l'amore affrontato dal punto di vista evolutivo in "Parlo di te" dove emerge la volontà di far venire a galla cosa succede quando il rapporto è a 360°, l'uno si mette a nudo di fronte all'altra e si raggiunge il nirvana di coppia.

Malgrado si tratti di un esordio discografico, Lisa Giorè dimostra di avere le idee ben chiare e di avere tutte le capacità per realizzare le sue idee. Il risultato finale è una passeggiata su sentieri di erba alta a piedi scalzi: una sensazione di libertà contagiosa.


TRACCE

1) Lo stato attuale delle cose
2) Aria di tempesta
3) Sabbia
4) Danza macabra
5) Settembre
6) Scarse prospettive
7) Parlo di te
8) Dracula
9) Il contrario del silenzio
10) L’effetto del vento

GUARDA IL VIDEOCLIP DI "SCARSE PROSPETTIVE"

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"Soft", il primo album dei The Love Thieves

the love thievesIl 21 novembre 2016 è uscito per l'etichetta Materiali Sonori il primo album, "Soft", dei The Love Thieves, band toscana con Chiara Lucarelli alla voce e Francesco Sorgente alla chitarra. In aggiunta al core della band livornese c'è Simone Sonatori al basso e Glauco Ricoveri alla batteria.

Il suono del disco è una rivisitazione della new wave anni 80 in chiave synth-pop con una tavolozza di colori pastello che, come dice il titolo dell'album, porta con sè sfumature "leggere". Ma non mancano le tinte più accentuate verso lo shoegaze degli M83 privi della loro elettronica invasiva e dei My Bloody Valentine ripuliti dei feedback di mastro Kevin Shields.

"Secret love" e "Island" fanno subito pensare anche a Robert Smith e compagni nelle fughe da scuola quando erano ancora tre brufolosi "ragazzi immaginari", grazie a un pattern di tastiere e basso e chitarra dritti a treno senza fermte.
"Clomipramine" ha una batteria più spassosa e tipica, nelle battute sul rullante, della costruzione ritmica new-wave old-school con un ritornello più tirato.
L'ipnotica "Meatball" ha il piglio più slo-core e fa da controparte alla successiva "40901" dove New Order e Pixies se la battono a schitarrate per averne la meglio.
"Midnight" è tutta un dai-e-vai post-soft-punk con le chitarre e la voce che si intrecciano in un'epilessia di Ian Curtis.

Di traccia in traccia va in scena la conversione della statica e lo-fi filosofia delle sonorità underground anni 80 qui musicalmente declinata in chiave più hi-fi e rinfrescata, tenendo conto dell'impasto timbrico grunge-shoegaze a cavallo tra gli anni 90 e gli anni zero.
In "Letter to you" il ritmo fetale del drumming e la chitarra Thurston Moore-oriented richiamano le ballate dei Sonic Youth in cui la cantante riesce con orgoglio a tener testa al confronto con la biondissima Kim Gordon.14523043 1786896471571368 4124614250299473218 n

Con le loro notevoli doti musicali i The Love Thieves ci portano in territori nuovi con un disco che sarebbe stato nelle corde di datati esempi di musica di rottura come anche in nuovi suoni indipendenti meno oltranzisti e più "Soft" come da titolo dell'album.
Comunque lo si veda questo disco, da vicino o da lontano, ha il lodevole valore aggiunto dell' internazionalità.  


TRACCE

1 - SECRET LOVE
2 - CLOMIPRAMINE
3 - THE ISLAND
4 - MEATBALL
5 - 40901
6 - MIDNIGHT
7 - EKO
8 - FOLLOW YOUR DREAMS
9 - LETTER TO YOU

Marco Pancrex

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