IVAN ROMANO e il suo disco L’INVENTORE SALTUARIO

IVANROMANO"L’INVENTORE SALTUARIO" è il primo disco del cantautore folk Ivan Romano. Questo interessante esordio discografico è caratterizzato da una certa cura nelle melodia e da una sorprendente capacità lirica. Dal punto di vista squisitamente musicale, una parte rilevante la ricopre l'utilizzo della fisarmonica di Carmine Ioanna che dona calore al suono e morbidezza all'atmosfera.

Il cd si compone di nove brani (otto inediti ed una bellissima cover di "Voce ‘e notte") in cui emerge una grande capacità di dare importanza ai suoni e all'armonia degli strumenti grazie alla collaborazione con musicisti di spessore: Antonio De Nisi (Batteria), Angelo Marino (Percussioni), Carmine Ioanna (fisarmonica), Nicola Albanese (Tromba e Flicorno Soprano), Giuseppe Branca (Flauto), Massimo Palumbo (Pianoforte), Lorella Monti (Tammorra e coro)

Nelle canzoni si respira amore per la propria terra, per le radici, per un passato fatto di vita vissuta che si mescola con una passione costante come quella che ritroviamo nella title-track "L’inventore Saltuario" dove l'inventore sogna una donna e, nello svegliarsi, resta deluso perchè si rende conto che si è trattato solo di un sogno. C'è la tematica sempre attuale del gap generazionale tra genitori e figli in "Vento di Primavera" dove si parla delle difficoltà di comunicazione e delle incomprensioni che ne scaturiscono; c'è l'elogio della bellezza e dell'amore per la propria donna in "La meraviglia sei tu". C'è anche spazio per il racconto di una vacanza in "Salento", prezioso e lucido reportage sotto forma di canzone di una bella esperienza pugliese. Il sud ritorna nella bellissima "Irpinia" dove si parla di emigrazione forzata e di ritorni che spezzano l'incantesimo.

Ivan Romano esprime in questo bel disco la sua anima ibrida: musicalmente folk e umanamente popolare. Come primo lavoro, "L'INVENTORE SALTUARIO" colpisce per lucidità e chiarezza. In attesa di poter ascoltare l'evoluzione naturale di questo artista, ci godiamo questi nove brani che tanto hanno da raccontare...


TRACCE

1.L'inventore saltuario
2.Vento di primavera
3.La meraviglia sei tu
4.Salento
5.Sarebbe inutile
6.Ma è difficile farlo
7.Irpinia
8.Ricordati che la vita è uno scambio
9.Voce 'e notte


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Pier Mazzoleni ed il suo disco GENTE DI TERRA

pier mazzoleniIl cantautore bargamasco Pier Mazzoleni ha pubblicato il suo quarto disco in studio dal titolo "GENTE DI TERRA". Si tratta di un album in cui convivono più anime: dal cantautorato alla musica popolare propria di chi vuole divulgare le bellezze e le particolarità del mondo che gli sta attorno.

Ascoltando le undici canzoni che compongono questo lavoro si percepiscono sensazioni positive, vibrazioni che fanno bene al cuore ed emerge uno spirito compositivo genuino e dalla straripante forza comunicativa. Si tratta di undici polaroid che fissano delle storie riguardanti l'uomo ma che possono essere considerate anche non necessariamente legate tra loro. E questa può essere considerata una peculiarità che contraddistingue "GENTE DI TERRA" perchè ad ogni ascolto si scoprono cose nuove, sfaccettature che magari erano sfuggite, sapori sonori che ascolto dopo ascolto si cristallizzano e creano un mosaico affascinante.

Guardando questo lavoro discografico più da vicino, emergono tante tematiche che aderiscono alla perfezione sulle melodie del cantautore lombardo: c'è la libertà dell'uomo che ha avuto la tenacia di appassionarsi ai suoi sogni in "Un giorno un uomo", c'è la storia di una donna che cerca l'amore di un Dio in "Dolce Maddalena". La bellissima "Volo" è un viaggio introspettivo alla ricerca del proprio io in una vita in continua scoperta; sicuramente la title-track "Gente di terra" è il manifesto più chiaro del disco perchè in questo brano si respira la vita popolare tra aspetti positivi e negativi. C'è sapore di altre epoche in "Esmeralda" dal gusto (sia lirico che melodico) piacevolmente retrò; altra pietra miliare del disco è sicuramente "Cambiamento" che affronta un argomento sempre attuale: è veramente giusto ed utile evolversi a tutti i costi? A cosa serve lasciare le cose come stanno? Perchè cambiare?

GENTE DI TERRA è un disco pieno di spunti molto interessanti sotto tutti i punti di vista. Pier Mazzoleni si conferma un attento osservatore della realtà che ci circonda ed un abile narratore di storie capaci di attrarre l'attenzione dell'ascoltatore: dischi come questo aiutano a capire meglio le contraddizioni dei tempi che stiamo vivendo.

TRACCE

1.Un giorno un uomo
2.Dolce Maddalena
3.Volo
4.Uomo di legno
5.Gente di terra
6.Il terrorista Jo
7.Una rosa che non c’era
8.Sono Dio
9.Esmeralda
10.Cambiamento
11.Per chi

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POSSIBILITA': il nuovo disco di Massimo Torresi

4246 possibilita in anteprima 20161119164739"POSSIBILITÀ" è il nuovo disco del cantautore marchigiano Massimo Torresi che con Fabio Verdini (Tiromancino) è attivo con la band da loro fondata i Bluff, pubblicato per Egemonia Spartana Dischi. L'album ha una forte impronta pop coniugata in una chiave di solido art-rock.

Lo psych-rock de "La passibilità delle pale eoliche" è all'estremo opposto di "Soltando per me". Sono due tracce che testimoniano la versatilità di stili che fanno di questo esordio solista un lirismo che ricorda tanto uno dei tanti "piccoli fragilissimi film" di Benvegnù-iana memoria.
Nel brano "Salgo a prendermi una stella" il synth e le tastiere di Fabio Verdini aprono una finestra in un cielo sereno in cui la voce pulita di Torresi e la sua scrittura disegnano rotte di aereodinamica elegante.

"Miele" è una serenata da chansonnier di scuola Tenchiana con tanto di fisarmonica di sottofondo. Un'inno Mogoliano la stupenda "Credi anche tu", mentre gli uptempo in levare di "Alibi non hai" e "Il caveau" ci portano con tanto di coretti e sintetiche tastiere negli 80 danzerecci di Talking heads in pista con la nostrana Rettore.
"La rinascita" rimette il disco nella modalità più intimista che tanto ci fa venire in mente il nostro outersider e malinconico Andrea Chimenti. Questo pezzo può ben riassumere nelle sue parole l'intento poetico del disco di Torresi: "..dobbiamo smettere di spegnerci così...dovremmo smettere di smetterla così...potremmo ardere e risorgere da qui". Parole intense contro tutti i "Cani e Calcutta" citazionisti alla moda che scrivono e suonano alla testa della nuova alternative-borghesia.
Ebbene Massimo Torresi vuole la nostra pancia. Riesce a darci un pugno tanto forte quanto divulgatore del senso del nostro doloroso ma tutto sommato dolce stare al mondo.
Un ottima prova solista. Speriamo che la prossima ne sia all'altezza.


Tracce

1.L'impassibilità delle pale eoliche
2.Possibilità
3.Il caveau
4.Alibi non hai
5.Credi anche tu
6.Nostalgia
7.Miele
8.Salgo a prendermi una stella
9.Ma soltanto per me
10.Libera dall'incanto
11.La rinascita

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Entre deux virages: il disco senza tempo di Massimo Guadalupi

27810131 350 350"Entre deux virages" è il disco che MASSIMO GUADALUPI ha pubblicato dieci anni fa, nel 2006, e che ha ancora una grande forza magnetica perchè sa catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Il disco è caratterizzato da una copertina molto curata ed "enigmaticamente narrativa": c'è una donna di spalle seduta in macchina che guarda il guidatore e sembra stia per parlargli...

Parlando nello specifico dell'album: si tratta di 12 brani eleganti (cantati in francese) che si lasciano ascoltare con molto piacere e che hanno la capacità di trasportare l'ascoltatore con la mente verso un universo musicale fatto di note che accarezzano il cuore, un toccasana per l'anima. L'intro strumentale "Paris-Rome" tratteggia le linee guida dell'atmosfera del disco: una melodia piacevole caratterizzata da una sezione ritmica che sa raccontare con delicatezza a cui aderiscono alla perfezione la chitarra ed il piano che aggiungono morbide sensazioni di relax.

Dopo un primo assaggio troviamo "Assis dans un café" con la sua melodia accattivante, i suoi arrangiamenti soffusi ed il suo cantato "caldo ed in punta di piedi" che ricrea mentalmente quello che accade in un bar, descritto poeticamente da Massimo Guadalupi. Ascoltando, inoltre, il brano fino alla fine si potrà godere di una bellissima coda finale. "J'Ai Fantasme Sur Vos Yeux" brilla di luce propria grazie ad una melodia armoniosa che entra sin da subito in sintonia con la voce soave di Clara Galante che interpreta egregiamente le parole della canzone.mass1hd

Si respira un piacevole esistenzialismo in "Les petites choses": si tratta di uno dei brani più emozionali ed intensi del disco che regala colpi di scena man mano che si procede nell'ascolto. La voce di Clara Galante è perfetta per quest'interpretazione: un plus che aggiunge magia all'atmosfera incantevole del pezzo. C'è spazio per un pò di jazz genuino nei brani "La mort ou moi" e "Jazz On the Road" dove la band guidata da Massimo Guadalupi dà il meglio di sé, esaltando le grandi doti compositive e realizzative.

"Entre deux virages" è un album maturo, realizzato con la cura dei dettagli che si traduce poi nella bellezza dell'ascolto e nel piacere della scoperta di ogni singolo brano. I brani che compongono il disco sono un perfetto collage di polaroid emozionali che donano una grande sensazione di benessere. Chapeau monsieur Guadalupi!

 

TRACCE

1.Intro Paris-Rome (instrumental)
2.Assis dans un café
3.J'Ai Fantasme Sur Vos Yeux
4.Loulou
5.Biarritz (instrumental)
6.Les petites choses
7.Un sourire comme le tien
8.La mort ou moi
9.Jazz On the Road
10.Un dernier week end
11.La porsche de mon père
12.Paris-Rome

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Nuovo split 10'' degli Havah insieme ai VRCVS

SPLIT HAVAHDopo lo splendido split 7" de fine 2015 con i Tante Anna (formazione di Baronciani con Thomas Koppen dei June and The Well) e un altro split con gli His Electro Blue Voice, agli inizi del 2016 gli Havah, il progetto solista di Michele Camorani dei La Quiete, tornano con un lavoro insieme ai VRCVS progetto synth-wave di Filippo Rieder dei Fine Before To Came per l'etichetta To Lose La Track.

IL lavoro impregnato di uno vasta gamma di grigi sfiora più volte la tonalità del nero in contrasto con quello che è invece il colore che domina nello sfondo di tutte le tracce: il bianco.
Sì, il bianco. Infatti si assiste ad un affascinante lavoro di minimalismo synth-wave che spoglia traccia dopo traccia questa creatura sonora che diventa atmosferica e senza peso. Poi un segno solo, un squarcio nella tela di un Fontana sotto sedazione ipnotica e un'attesa.
Il primo brano "Sappiamo chi sei" è un esempio di come si può passare da nevrosi sintetica di scuola Joy division, in un suono che si avvicina ai più "pornografici" Cure, non abbandonando mai quel filo del discorso che tiene l'ascolto attento e rilassato allo stesso tempo.
Ne "Il sentiero" dobbiamo assolutamente fare dei riferimenti che non si possono tacere e riguardano la scuola new-wave anni 80 con in testa i Diaframma di "Siberia" mentre nel pezzo successivo "Le conseguenze" si avverte palesemente la decostruzione post-punk della scena oltremanica con gli Echo and Bunnymen di Ian McCulloch come portabandiera.
Gli altri brani non aggiungono e tolgono niente a questo stupendo split dove in effetti si amalgamano benissimo anche i moods tipici delle formazioni di provenienza dei musicisti coinvolti ossia: le melodie confuse nel marasma sonoro dei Fine Before You Came di Filippo Rainer e la densità delle chitarre della Quiete di Michele Camorani. Nell'ultima incantevole traccia "Quello che chiedi" si suona alla maniera dei November Novelet e dei Croatian Amor e geniale è l'uso di una nitida voce femminile che contrasta con la timbrica grave e cadenzata che ha segnato tutto il disco. Il passo di una marcia di divinazione profano-mistica (si veda la croce bianca in copertina su uno sfondo nero) giunge al riposo. Quindi si è parlato di una tela, di Fontana, di un taglio e di questa favoloso disco che ci ha fatto meditare e immaginare di andare inevitalbilmente oltre quello che si vede oltre l'attesa.  


TRACCE

A1 VRCVS - Il nome delle cose
A2 VCRVS - Quello che chiedi
B1 HAVAH - Sappiam chi sei
B2 HAVAH - Il sentiero
B3 HAVAH - Le conseguenze
 

Marco Pancrex

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