QUALCOSA MI SFUGGE, il terzo disco della Piccola Orchestra Karasciò

piccola orchestra karasciòIl 24 novembre “Qualcosa mi sfugge” della Piccola Orchestra Karasciò, è la nuova uscita della formazione bergamasca che declina il folk tra un un terzomondismo mediterraneo alla "Crueza de ma" di DeAndrè ("A canzoni non si fan rivoluzioni") e di tanto in tanto bussando le porte della tradizione più nordica, vedi gighe punkeggianti alla Gogol Bordello("Qualcosa mi sfugge"). L'altra faccia delle sonorità del disco è un ritmo incalzante mischiato al pop di torsioni alla Animal Collective, che loro stessi definiscono "Pulsante dell'Africa nera"("Passa il treno").
Il gruppo ha una poetica ben definita oltre ad una musica coinvolgente che ti disturba dall'oblubilamento quotidiano.
la band si autodefinisce "Siamo noi quel Gorilla (vedi copertina del pittore Angelo Zanella), la generazione di mezzo..... attori non protagonisti di un'epoca in transizione accelerata, precari nella vita prima ancora che nel lavoro, incerti sul futuro quanto sul presente e con un bel po' di domande a cui dare una risposta. Domande che sono la testimonianza del nostro essere vivi, del nostro rimanere qui e pure del voler fuggire da qualche parte al riparo....".
La struggente "Briciole" è una bellissima canzone tesa tra la resa e la voglia di ballare finchè ce n'è(cit. Ligabue). Questi due sentimenti non sono mai sottotraccia ma vengono evidenziati dalla emotività della esecuzione che sembra presa dal vivo dove "un giro in maggiore di quattro minuti" e il "lasciarselo bastare" disegnano una catarsi creativa che ci lascia spiazzati.
Siamo sorpresi a metà perchè se da un lato quel "karasciò", come termine e immaginario, porta alla mente quella casciara senza senso tipo gli Apres la Classe, o un patchanka fotocopia di un ormai autoreferenziale e superato Manu Chao cosa che qui non accade, dall'altro perchè questa formazione ha nel lotto quelle quattro o cinque canzoni che sono, pur nella loro dimensione pop pure sperimentazioni di ricercatezza e avanzamento dalla catalogazione di genere apparente.
Ecco forse questo disco doveva come dicono loro stessi "spogliarsi di tutto" e provare a osare un pò di più sul lato intimistico, dove in effetti è risultato più forte e centrato.
Ma ciò non toglie che, al netto del lavoro, non sia un album ricco di contenuti sia sonori che lirici.

TRACCE

1.A canzoni non si fan rivoluzioni
2.Luna
3.Telecommando
4.Il Nodo
5.Respira
6.Resisto
7.Qualcosa mi sfugge
8.Come mamma mi ha fatto
9.Tabula rasa
10.Passa il treno
11.Briciole

Marco Pancrex

   

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ALL'ITALIA: il sedicesimo disco di Massimo Priviero

privieroMassimo Priviero è un artista italiano che non ha bisogno di molte presentazioni. È un uomo che fa rock da anni e sa scrivere canzoni che sanno emozionare, brani che hanno le sembianze di vortici di suoni da cavalcare su tappeti musicali coinvolgenti. Il suo ultimo disco è "ALL'ITALIA" ed è un concept che parla di emigrazione che si intreccia con la speranza di un futuro migliore e con un'anima che sa e può rinascere.

Sono tredici i brani del disco ed ognuna ha un sapore unico che contraddistingue ogni singolo pezzo: l'album si apre con la ballata suggestiva “Villa Regina” che parla di veneti emigrati in Argentina; si procede con l'intensità di “Aquitania” che narra le difficoltà di integrazione di un contadino in Francia. La fragilità e la durezza del racconto di fondono in “Fiume”: il crudele distacco di un padre che deve abbandonare la propria famiglia ed il suo paese per cercare fortuna altrove; i pezzi si presentano sotto vesti ben curate dal punto di vista degli arrangiamenti e della cura dei suoni come nella straziante "Friuli 76". Ma il clou emozionale del disco si raggiunge in "Bataclan": si tratta di una dedica alla famiglia di Valeria Soresin, la ragazza vittima dell'attentato di Parigi di due anni fa. Questa canzone va oltre ogni frase scritta, ogni parola detta, ogni riflessione che vorrebbe farsi strada tra i pensieri: il significato di questi minuti è profondo e testimonia quanto la musica sappia fare molto di più di ogni discorso.

"All'Italia" è un disco che sprigiona passione, amore per la vita, speranza, fili di luce che illuminano all'improvviso. Massimo Priviero ha realizzato un disco enorme che non stupira i tanti amanti della sua arte.


TRACCE

01. Villa Regina
02. Aquitania
03. Fiume
04. Cielo Blu
05. Friuli 76
06. Berlino
07. Alba Nuova
08. Rinascimento
09. Mozambico
10. London
11. Bataclan
12. Abbi Cura
13. Basso Piave

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IL LUPO CATTIVO, il nuovo album di Lucio Leoni

LucioLeoni IlLupoCattivo COVER 1440Il 10 novembre è uscito "Il lupo cattivo" nuovo lavoro del cantautore Lucio Leoni, che introduce così la sua nuova creatura: "Ogni brano è un lupo cattivo diverso, ogni brano è un incontro con un aspetto diverso di una qualche paura, sconfitta, sfida, pericolo e a modo mio ho provato a raccontarli per tornare a casa..."

Tutto un pò somiglia alla tensione autorale che resta in bilico tra bellissimi uptempo pop ("Stile libero") e ballate di protesta esistenzialista ("Impossibile essere possibile"): ciò fa venire in mente una strana creatuta fantastica al servizio del reale 2.0. Questo fa di questo progetto un avvicinamento a territori più lontani possibili tra loro ma magneticamente in attrazione.
È così che Stevie Wonder ("la pecora nel bosco"), gli Uochi Toki ("impossibile essere possibile"), Niccolò Fabi ("piccolo miracolo"), Frankie Hi-Nrg dance ("Le interiora di Filippo"), Silvestri ("Io sono uno") è tutto un già sentito e risentito. Certo condito bene ma con gli stessi ingredienti.

Nessun giudizio di negatività piena però, dato che Lucio Leoni incasella un testo migliore dell'altro e ad ognuno dà una tensione narrativo-interpretativa consistente. Quindi voi direste: da che parte sta chi scrive? Io rispondo dalla parte di chi, con difficoltà, resiste e si ostina a non diventare un rapper o un qualsiasi genere di cantante da trend-topic o indie onanista. Io sto dalla parte di Marco Ferreri alla domanda sul fine dell'arte e nel suo caso il cinema: Lui disse, parafrasandolo, che non si possono fare le rivoluzioni con i film. I film sono i film. Le rivoluzioni sono le rivoluzioni. E aggiunse che gli operai lavoravano già troppo per farli lavorare due ore in pù al cinema. Quindi l'arte doveva essere, a suo malincuore, svago puro.
Ecco perchè non dico male di questa opera perchè ci trovo divertimento e nessuna ideologizzazione che purtroppo certo cantautorato moderno si porta a zavorra dai tempi settantottini.
Ecco dalla parte di chi sto.
E dico di più, se fossi stato un operaio, questo disco me lo sarei portato con me in fabbrica, volentieri!!


TRACCE

1 - La pecora nel bosco
2 - Stile libero
3 - Le interiora di Filippo (prod. Giorgio Distante)
4 - Sigarette
5 - Mapuche
6 - Perchè non dormi mai
7 - Niente di male
8 - Impossibile essere possibile feat. Vonneumann
9 - Piccolo miracolo
10 - Io sono uno
11 - Il lupo cattivo

Marco Pancrex

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LA STAGIONE OSTILE, il nuovo disco dei Montana

montanaNel 2015 la formazione dei Montana ha trovato una sua stabilità con Cola alle chitarre, Enrico al basso e voce, Andrea alla batteria e Fra alla voce. Con questa formazione i Montana hanno realizzato “La Stagione Ostile”, terzo ed ultimo lavoro pubblicato in formato vinile 12” con una cordata di etichette, ossia: To Lose La Track (Italia), Crapoulet Records (Francia) e Sonatine Produzioni (Italia).
Il lavoro, che esce il 10 novembre, è un misto di punk, hardcore, e noise senza mezzi termini. Si può notare però un piglio di cantautorato urbano, sempre in sottotraccia, che ci piacerebbe ricondurlo non solo a scene nuove quelle degli Altro del fumettista Federico Baronciani, ma a gruppi più anni novanta come i NO Guru e i primi Six minute war madness di  Xabier Iriondo e compagni.
Per i riferimenti esteri si può ben spaziare dai Black Flag, fino alle prime sperimentazioni rumorose dei Sonic Youth con i quali si condivide l'urlo quasi sloganistico di inni-contro(vedi il parlato nella coda di "Fatica" dove si dice testualmente "..la speranza è una trappola ...inventata da chi comanda").
È inutile fare un track by track elencando le differenze e le sfumature tra i brani.
Ecco per noi forse, mettendo da parte la bontà dei messaggi delle liriche ben scandite da sofferenza provinciale che si fa universale e antisistema, questo album soffre di una troppo compatta scansione della scaletta, che quasi ripete le sue canzoni per farne una sola sempre uguale anche a sè stessa.
Naturalmente meglio di trovare a tavolino una certa dimensione radiofonica come certi ultimi Punkreas, o Linea 77, o per arrivare a gruppi più indie ad esempio, come i Fine Before You Came e i Gazebo Penguins.
Non sappiamo se questo però sia un pregio o un difetto fino alla fine.
Possiamo capire che è un ottimo disco di puro e intransigente punk-noise-hardcore coerentissimo, ma forse dimensionalmente limitato ad una realizzazione-vita unicamente live.
A volte però si tralascia che la musica è uno strumento che ci permette, come pensiamo sia successo anche ai Montana, di tirar fuori la nostra salda appartenenza ad un pseudo-eroico presente con tanto di rivendicazione di esistenza e catarsi creativa.
Quindi ora ci si va così armati e inconsapevoli, ma felici, incontro al futuro e che si faccia destino o ci si riproverà ancora.
D'altronte è questa la stessa forte mancanza di resa di questo monolite chitarristico-gutturale di nome Montana, un esercito senza patti e riserve contro questa "stagione ostile"

TRACCE

1.Mira
2.Ventinove 02:51
3.Stallo
4.Fatica
5.Giudizio 02:05
6.Traguardo
7.Retaggio
8.Gufi
9.Azzardo
10.Schema

Marco Pancrex

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CECE, il debutto discografico del cantautore pugliese Stefano Cece

cece"Cece", album d’esordio del cantautore pugliese Stefano Cece, è un concentrato di collaborazioni, gavetta e positive vibs.
Un sound fresco e internazionale, pop/rock radiofonico con venature elettroniche e una voce calda e appassionata, Cece è un cantautore che parla d’amore e di vita quotidiana con ispirazione e sincerità. Tra ballad (“Sale e miele”, “Io sono niente”) e power hits (“As one”, “Mia cara dipendenza”) le 15 tracce del disco hanno un filo conduttore di storie e ritmiche che si lasciano ascoltare con leggerezza.
Nella tracklist spiccano “E’ meglio la fine”, brano che affronta il dolore dell’abbandono e il singolo “L’amore non basta”, inno al rinnovamento continuo come chiave per coltivare un sentimento duraturo.







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