You Trip: Partecipa anche tu al fantastico concorso!

You Trip, il sito che vi consente di viaggiare in modo ecologico e intelligente ha indetto un concorso al quale non potete proprio rinunciare! 

Il primo concorso YouTrip, ha come fine principale quello di incentivare il rispetto dell’ambiente, per questo il premio scelto per il fortunato vincitore è una bicicletta Mountain Bike personalizzata YouTrip.

Possono partecipare al concorso tutti gli utenti registrati sul sito www.YouTrip.it, che abbiano compiuto i 18 anni di età.

Le regole da rispettare sono le seguenti:

1) Si aggiudicherà il premio chi dal 1 Agosto 2009 al 30 Settembre 2009, accumulerà più feedback positivi, con almeno un minimo di 3 feedback.

2) Durante il periodo del concorso, i feedback, per essere accumulabili, dovranno pervenire da utenti (trippers) diversi.

3) Grazie al controllo dell’indirizzo di rete sarà possibile definire chi accumula irregolarmente feedback ed è comunque facoltà di YouTrip, nel caso in cui ci siano sospetti di irregolarità, escludere chi tenta di falsificare il corretto svolgimento della gara e rimuoverlo da YouTrip.

4) In caso di parità di feedback, vince chi per primo si è iscritto al sito in base al giorno, ora, secondi di iscrizione.

5) Il giudizio di YouTrip è insindacabile.

6) Il vincitore, se desidera ricevere il premio al di fuori del territorio italiano, avrà le spese di spedizione totalmente a suo carico, altrimenti il premio verrà spedito gratuitamente con corriere espresso, all’indirizzo desiderato, che dovrà essere comunicato entro 15 giorni al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

7) Il vincitore, ricevuto il premio, dovrà informare YouTrip all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  e spedire una sua foto col premio ricevuto che verrà inserita sul sito in un’area dedicata agli eventi di YouTrip.

8) Il vincitore del concorso a premi (I evento youtrip) accetta di spedire (almeno) una propria foto con la bicicletta vinta. Tali foto potranno essere utilizzate da YouTrip e pubblicate sul sito a puro titolo dimostrativo della riuscita del concorso.

Note: Per qualsiasi domanda o chiarimento, contatta il nostro staff all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

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Spiagge pulite: le 10 regole d'oro dell'eco bagnante

Vogliamo spiagge belle e pulite. Vogliamo prendere il sole in tutta tranquillità. Senza avere al nostro ritorno brutte sorprese: ecoriazioni sulle pelle o altri tipi di infezioni.
E' vero in molti punti delle nostre bellissime coste non funzionano i depuratori e non c'è adeguata manutenzione, proprio durante la bella stagione.
Ma è anche vero che noi bagnanti non siamo sempre proprio educati.
Ecco le 10 regole dell'eco bagnante stilate da Legambiente.
Piccoli gesti importanti.


Decalogo dell’eco-bagnante per sollecitare comportamenti più responsabili da parte di tutti i cittadini che vanno al mare.


1. Non usate le spiagge come depositi di rifiuti.

2. Non gettate sacchetti di plastica né in mare né sulla spiaggia. Causano la morte per soffocamento di animali marini come le tartarughe, i delfini e le balene che le scambiano per meduse, il loro cibo prediletto.

3. Se scoprite uno scarico abusivo in mare, segnalatelo subito alla Capitaneria di Porto più vicina oppure al numero verde del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (tel. 800.253608).

4. Anche un gesto apparentemente banale come gettare in mare un mozzicone di sigaretta rappresenta un danno per l’ecosistema marino. Sapevate che una sola «cicca» di sigaretta inquina un metro cubo d’acqua ?

5. Evitate di raccogliere le stelle marine, i coralli, i molluschi bivalvi, i cavallucci marini.

Quando è possibile cercate di convincere i pescatori dilettanti a rigettare in mare i pesci di piccola taglia.

6. Rispettate il divieto di navigazione a motore entro 300 metri dalle coste sabbiose e 150 metri dalle scogliere.

7. Cercate di evitare schiamazzi eccessivi sia sulla spiaggia che in mare.

8. Quando trovate spiagge rese inaccessibili per la presenza di abitazioni o terreni privati, informatene la più vicina Capitaneria di Porto: la legge italiana prevede il libero accesso per tutti al litorale.

9. Se fate la doccia sulla spiaggia o in barca, evitate l’uso di shampoo o bagnoschiuma.

10. Durante la navigazione prestate attenzione alle boe di segnalazione dei subacquei.


Il tempo di degrado di alcuni rifiuti troppo spesso abbandonati nell’ambiente:

Fazzolettino di carta: 3 mesi
Mozzicone di sigaretta: da 1 a 5 anni
Bucce di arancia o banana: oltre 2 anni
Contenitore pellicola per foto: da 20 a 30 anni
Gomma da masticare: 5 anni
Cannuccia: da 20 a 30 anni
Accendino di plastica: da 100 a 1.000 anni
Bottiglie di vetro: 1000 anni
Bottiglie di plastica: mai completamente
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Campi di volontariato per l'ambiente: un viaggio diverso

Quante volte ci ripromettiamo di dedicare un pò del nostro tempo ad azioni benefiche?
Durante l'anno almeno un paio di volte un pensierino ci scappa. E se per questa estate avete voglia di un esperienza di viaggio diversa ci sono i campi di volontariato di Legambiente.
Sono progetti dedicati all'ambiente per cui si dovrà lavorare almeno 5 -6 ore al giorno per opere di ripristino, tutela, valorizzazione dell’ambiente e delle culture locali. Il resto del tempo può essere liberamente impiegato per escursioni o altri tipi di approfondimento sul campo.
Ed è questo uno dei valori aggiunti di un esperienza del genere. E’ l’occasione per conoscere luoghi da tutelare e persone che hanno condiviso la stessa scelta di volontariato, con le quali si passeranno tutte le giornate, lavorando, mangiando, dormendo e scoprendo le risorse del territorio.
La maggior parte dei campi dura 10-15 giorni. Vi possono partecipare da 2 a 30 volontari, secondo il progetto e le finalità, ma lo standard è di 8-15 persone.
Il contributo per la partecipazione ad un campo in Italia può variare dai 150 ai 240 euro. All'estero, invece, il contributo è di 120 euro per i maggiorenni e di 180 euro per i minorenni. A carico del volontario, escluso il contributo, restano il viaggio e la tessera di Legambiente dell'anno in corso.

I campi si dividono, appunto, in nazionali (solo con volontari italiani) o internazionali (partecipanti provenienti da tutto il mondo, 2 per associazione, che comunicano tra loro in inglese). Poi si suddividono per età dei partecipanti: i campi per adulti richiedono almeno 18 anni compiuti o da compiere durante il soggiorno. L’età media dei campi nazionali è 25-30 anni, quella dei campi internazionali è 20-25 anni. I campi under 18 sono rivolti a ragazzi dai 14 ai 17 anni. I bambini tra i 4 e i 10 anni, invece, possono partecipare con i propri genitori ai campi per famiglie.

Nei campi in Italia si svolgono prevalentemente attività di tutela ambientale, come la pulizia di una spiaggia il ripristino di un sentiero, il monitoraggio dei turisti nelle aree protette o la pulizia di aree verdi, montane e costiere. Alcune attività, inoltre, sono legate ad alcune delle maggiori campagne di Legambiente, come "Piccola Grande Italia", "Carovana delle Alpi" o altre.

All'estero, le attività possono essere di tipo ambientale, sociale (con bambini o disabili), archeologico, artistico, agricolo o legate all'organizzazione di un festival locale. Si parla in inglese, se non specificato diversamente nella descrizione.

Gli alloggi sono piuttosto semplici (scuole, foresterie, rifugi, ostelli, ecc.).



Come partecipare
Legambiente è un’associazione di volontariato, quindi possono partecipare ai campi solo i soci regolarmente iscritti, pertanto chi non ha già la tessera dell’anno in corso, aggiungerà al contributo del campo quello per il tesseramento. Ci si può iscrivere presso i circoli locali o all’Ufficio Nazionale contestualmente all’iscrizione al campo. La quota associativa (10 euro fino a 14 anni, 15 euro dai 15 ai 25 anni, 30 euro per gli adulti) permette di sostenere tutte le attività di Legambiente, garantendo autonomia e incisività a tutte le azioni dell’associazione.

Le iscrizioni
Per tutti i campi e le iniziative proposte le iscrizioni avvengono unicamente previo contatto telefonico (06-86268323/4/5/6, dal lun. al ven. dalle 10,00 alle 18,00) con l’Ufficio Nazionale Volontariato di Legambiente.

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Cibi eco e a km zero: buone abitudini per la salute e l'ambiente

Mangiare frutta e verdura di stagione, prediligere le coltivazioni vicino casa è, oltre che ecologico, salutare e conveniente. 

mercato viva


E pare che gli italiani l'abbiano capito. Secondo un'indagine effettuata dalla fondazione internazionale Dnv (Det Norske Veritas) e resa nota da Coldiretti, nel mese di Aprile si evidenzia che gli italiani nei consumi alimentari, in due casi su tre, prediligono prodotti verdi, etici, e a zero impatto ambientale.

In Italia sono saliti a 60.700 i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, ai quali si aggiungono i mercati degli agricoltori (farmers market) aperti dalla Coldiretti dove vengono offerti prodotti locali e di stagione a chilometri zero.

A livello globale è stimato che un pasto medio percorre più di 1.900 chilometri per camion, nave e/o aeroplano prima di arrivare sulla vostra tavola e spesso ci vuole più energia per portare il pasto al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali, senza contare gli effetti sull'atmosfera e sui cambiamenti climatici provocati dall'emissione di gas ed effetto serra.

Secondo la Coldiretti consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a 1000 chili di anidride carbonica l'anno. E' stato ad esempio calcolato che - continua la Coldiretti - un chilo di prugne dal Cile devono volare 12mila chilometri con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 chili di anidride carbonica, mentre l'uva dal Peru' percorre quasi 11mila chilometri con un consumo di 6,5 chili di petrolio e l'emissione di 20,2 chili di anidride carbonica.

Dei circa 2,7 miliardi di euro spesi dagli italiani per acquistare direttamente dai produttori agricoli ben il 43 per cento - spiega la Coldiretti - viene destinato all'acquisto di vino in cantina, mentre il 23 per cento dall'ortofrutta, il 12 per cento per i formaggi, il 7 per cento per carni e salumi, il 6 per cento per l'olio di oliva e il 5 per cento per le piante ornamentali.
La Coldiretti è impegnata nella realizzazione di una rete di ventimila mercati degli agricoltori firmati “campagna amica” dove acquistare direttamente prodotti provenienti dagli allevamenti e dalle coltivazioni italiane per combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola, garantire la sicurezza a tavola e smascherare il finto Made in Italy.



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Cohousing: vita solidale in condominio

Vivere in un condominio comune. O meglio. Avere la propria casa ma, con spazi comuni per risparmiare e socializzare, senza rinunciare alla privacy. Si chiama cohousing, una pratica piuttosto diffusa in Nord Europa e negli Stati Uniti, di cui cominciano a prendere forma le prime esperienze anche in Italia.
E' un modo nuovo di "coabitare" che porta con sé anche un miglioramento della qualità della vita.


Cohousing è un termine inglese che significa “coabitare”: ma forse in questo caso sarebbe meglio tradurlo come “vita solidale in condominio”. È un modo di abitare nuovo per l’Italia ma già rappresentato in Emilia-Romagna, e ha attirato su di sé l’interesse di istituzioni e associazioni. In sostanza, si tratta di caseggiati abitati da 20-40 famiglie in cui una parte dello spazio è privata: alloggi familiari, o individuali nel caso di single. Però fino a un 20-25% dello stabile è composto da parti comuni e collettive: sia spazi, sia servizi che consentono di risparmiare denaro e di avere benefici sociali ed economici.

I cohousers, i residenti, non vanno ad abitare nel caseggiato soltanto perché vi trovano un’abitazione adeguata, ma soprattutto perché ritengono “adeguati” gli altri inquilini. Tutto parte dalla formazione della futura comunità: persone che si scelgono reciprocamente. In qualche modo “si piacciono”: anche se vengono da esperienze personali molto diverse, si sentono in grado di andare d’accordo e soprattutto desiderano interagire. Alla base della formazione del gruppo non ci sono principi ideologici, morali o religiosi, né ci sono regole che limitano, regolamentano o impediscono l’uscita: le comunità tuttavia tendono a essere molto coese, innanzitutto per la necessità di scegliere insieme il luogo in cui andare ad abitare, stabilire come strutturarlo, tratteggiare un progetto condiviso di vita e di gestione.


Il modo in cui strutturare spazi e servizi collettivi è la prima decisione che i futuri cohousers prendono insieme. Il ventaglio della scelta è molto ampio: comuni possono essere ad esempio l’orto,  un locale per le feste o in cui dedicarsi agli hobby, la sala giochi dei bambini, alcune camere da letto destinate agli ospiti, addirittura la cucina. Anche per i servizi condivisi si può scegliere: gestire insieme la cura dei bambini piccoli o degli anziani; organizzare una lavanderia comune o una sorta di portineria cui affidare incombenze come il pagamento delle bollette; acquistare una o più auto in car sharing; creare un Gas (Gruppo di acquisto solidale) con relativo magazzino per le provviste.

Il risultato è una migliore qualità della vita e un risparmio in termini ecologici ed economici. I cohousers sono volti amici che si semplificano vicendevolmente la vita, il che genera un senso di benessere e di sicurezza; i servizi e gli spazi comuni consentono economie: mandare il bambino al micronido del coshousing ha costi inferiori fino al 75% rispetto all’asilo nido classico; lo spazio collettivo per le feste o gli hobby rende superfluo un ambiente della casa dedicato a questo scopo, e aiuta a limitare i costi di costruzione (o ristrutturazione), manutenzione e riscaldamento.

Sul versante ecologico, i costi condivisi rendono più facile l’installazione di impianti solari ed eolici per la produzione di energie rinnovabili: e il più delle volte i cohousing sono molto attenti agli accorgimenti progettuali e alle tecnologie che consentono di limitare i consumi di energia e i costi del riscaldamento. Sempre sul versante dell’energia, la possibilità di stipulare contratti collettivi con gestori privati consente risparmi consistenti sulle bollette.

Ancora, il car sharing induce a limitare l’uso dell’automobile, con benefici per l’ambiente e minori costi per bollo e assicurazioni, pur senza rinunciare a utilizzarla quando davvero serve. Il Gas, Gruppo di acquisto solidale, consente di fare la spesa collettiva presso fornitori locali. Questo significa ottenere prezzi da ingrosso e contemporaneamente evitare i lunghi e inquinanti viaggi delle merci di solito legati ai canali tradizionali di distribuzione e di acquisto.

Nato in Danimarca fra gli anni ’60 e ’70 ad opera dell’architetto Jan Gudmand-Høyer, il cohousing si è imposto all’attenzione di un numero crescente di persone e di professionisti della progettazione partecipata. Fra gli esempi italiani c’è l’esperienza nata dall’incontro fra l’agenzia per l’innovazione sociale Innosense Partnership e il Dipartimenti Indaco del Politecnico di Milano: ne sono nati cohousing.it, la community italiana di chi abita o vuole abitare in cohousing, che conta 4.500 iscritti circa, e Cohousing Ventures, società di servizi nata proprio per progettare, promuovere e completare progetti di cohousing sul territorio italiano.

Quelli attualmente attivi sono Urban Village (zona Bovisa, 32 unità immobiliari la cui consegna è prevista per l’estate); GreenHouse a Lambrate (serre per l’orto e pannelli fotovoltaici comuni; sarà pronto nel 2012); Corti di Nerviano, che nascerà dalla ristrutturazione di una villa settecentesca alle porte di Milano. Ma il cohousing sta partendo anche a Torino, ad esempio, con la ristrutturazione di uno stabile nella zona di Porta Palazzo, e a Osimo, con il complesso abitativo ecologico “Il Borgo”.

In Emilia-Romagna, in particolare, il punto di riferimento è E’/Co-Housing, l’associazione intenzionata a creare una rete di cohousing a Bologna e dintorni, ma non solo: sul sito internet del gruppo proprio in questi giorni è comparso l’avviso che si cercano aspiranti cohouser nella zona di Ferrara. Fra i progetti di cohousing ormai in dirittura d’arrivo segnalati dal sito ci sono Il Poggio a Savigno, a 30 chilometri da Bologna, e Castel Merlino a Monzuno.

I dati sono tratti da Ermes Ambiente

 
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